Articolo di NBG - Intervista di Scalamandra
Il Team Pulsar Esports ASD, nelle sue attività competitive, copre praticamente tutti i maggiori titoli che fanno parte del panorama esportivo, e non fa assolutamente eccezione anche Counter Strike 2. Il recente passaggio a questa nuova versione per lo sparatutto di Valve ha rappresentato un grande cambiamento sia per i giocatori normali ma anche per coloro che competono, in quanto le nuove meccaniche hanno necessitato di tempo per essere studiate e apprese.
Di questo e dell’andamento della squadra che compete per Team Pulsar Esports ASD abbiamo parlato con Scalamandra, che si occupa di Counter Strike 2 in quanto leader del team, suo fondatore e ovviamente anche player. Con Scalamandra abbiamo avuto una conversazione a tutto tondo, anche su diversi aspetti del mondo eSports che vengono magari sottolineati in misura minore rispetto alle semplici competizioni.
Come sta andando la stagione del team?“Da quando è nato il team, all’incirca da Febbraio 2023, abbiamo subito impostato il nostro progetto per riuscire a competere in ESA Open, che è un piattaforma a pagamento dove partecipi insieme ad altri team, italiani ed europei, ad un campionato dove ti scontri in un girone unico contro tutte le squadre. Se riesci a vincere questo girone, passi di ‘categoria’ ed arrivi ad ESA Intermediate. Una volta arrivati in questa categoria comunque significa che il team sta lavorando bene e ti trovi a scontrarti anche con squadre di un certo blasone. Al momento non siamo ancora riusciti a competere in quanto, nel mentre ci stavamo preparando, è arrivato il passaggio di Counter Strike: Global Offensive a Counter Strike 2, e questo ci ha rallentato nei nostri piani. Abbiamo dovuto ricominciare da capo la nostra preparazione, ma una volta che saremo pronti ci lanceremo in questa sfida”.
Quanto è cambiato il gioco con il passaggio a Counter Strike 2? Quali sono stati i cambiamenti che più di tutti hanno impattato sulla preparazione nel mondo competitivo?“Inizialmente ce la siamo vista brutta, perché più che un passaggio sembrava un vero e proprio stravolgimento delle meccaniche di gioco. Sono cambiate tante meccaniche nel gunplay, oltre a tanti cambiamenti per quanto riguarda il comparto grafico ma anche gli effetti delle smoke e delle granate, che sono essenziali in gioco. Oltre a questo, erano anche state eliminate alcune meccaniche che erano importanti nel primo titolo: esempio per tutti la possibilità di impostare l’arma a sinistra. Io usavo questa meccanica, e quindi mi sono dovuto riadattare nel mio stile di gioco, e come detto il gunplay appena uscito CS2 era pieno di problemi, soprattutto per lo sniper. Adesso però hanno risolto parecchie problematiche, e questo ci sta dando una grossa mano nella preparazione”.
Come funzionano le piattaforme che hai citato per il gioco competitivo su Counter Strike?“In realtà adesso la situazione sta mutando in maniera importante, in quanto ESA si è ‘unita’ con un’altra piattaforma, ossia Face It, e stiamo cercando bene di capire come sarà lo svolgimento delle competizioni. Solitamente comunque le competizioni erano su base semestrale, ossia in un anno c’erano due stagioni. Questo ci permetteva di pianificare al meglio la nostra partecipazione alle competizioni, perché potevi scegliere quando competere: se non ti sentivi pronto per una stagione, potevi passare la mano e usare quei sei mesi per allenarti e farti trovare pronto per la successiva. Al momento dobbiamo un attimo capire come cambierà la situazione e se ci saranno novità”.
Come funziona la preparazione per un torneo? Avete dei coach a disposizione? Quanto è importante il loro ruolo?“Noi abbiamo a disposizione sia un coach che un mental coach. Questo elemento secondo me è di vitale importanza, perché hai sempre a disposizione sia un supporto tecnico e pratico ma anche un supporto mentale. Sul lato tecnico, avere una persona che studia mappe, effetti delle meccaniche, e ci aggiorna costantemente anche attraverso la visione delle nostre partite, è un enorme boost per la preparazione di una competizione. Nel nostro caso il coach svolge un lavoro importantissimo perché gioca prima di noi, studia le mappe, studia tutti gli elementi, e ci dà enormi consigli sulle tattiche e le strategie migliori per arrivare alla vittoria. Il lavoro di un coach è fondamentale come detto perché per noi rappresenta anche un vero e proprio jolly: può capitare infatti che qualche volta un player non è disponibile, e lui è in grado di sostituirsi ad esso, e quindi lo possiamo considerare come una vera e propria manna dal cielo”.